Oltre 150 allievi della Scuola di Ballo del Teatro alla Scala si sono esibiti per quattro giorni consecutivi al Teatro Strehler di Milano, per il tradizionale appuntamento con lo spettacolo istituzionale della scuola. Per il quarto anno si è dunque rinnovata la collaborazione con il Piccolo Teatro di Milano sul cui palcoscenico gli allievi della Scuola si mettono alla prova a chiusura del loro duro lavoro per arrivare al traguardo del professionismo.
La freschezza e l'impegno dei ragazzi e delle ragazze protagonisti di questo impedibile appuntamento, al quale anche quest’anno anno assistito migliaia di spettatori e di allievi di molte scuole di danza nazionali accorsi a vedere i loro colleghi aspiranti professionisti, hanno dimostrato ampiamente il duro lavoro e la rigorosa disciplina a cui sono sottoposti quotidianamente questi giovani, in un percorso formativo della durata di otto anni la cui difficoltà i giovanissimi danzatori di domani nascondono dietro i loro accattivanti sorrisi.
La serata si è aperta con una presentazione coreografata e ideata su musiche di Mozart da Frédéric Olivieri direttore del Dipartimento Danza e della Scuola di ballo dell’Accademia, durante la quale si sono esibiti gli allievi al fine di illustrare i diversi livelli accademici.
Nel corso della serata è stato presentato un balletto di William Forsythe The Vertiginous Thrill of Exactitude, secondo pezzo del balletto Two Ballets in the Manner of the late Twentieth Century, ideato nel 1996 per il Balletto di Francoforte, sulle note del IV movimento della Sinfonia n.9 di Schubert. Si tratta di un vero e proprio divertissement à la manière di Balanchine, che viene evocato in modo ironico, ma allo stesso tempo delicato. La tecnica classica viene sottoposta a uno sbilanciamento continuo attraverso un ritmo rapido ed emozionante. Gli originali costumi disegnati da Stephen Galloway, rigidi tutù dai colori sgargianti simili a corolle di fiori, hanno accentuato la vivacità del quadro.
Secondo balletto in programma Larmes blanches creazione del 1985 di Angelin Preljocaj. Su un palcoscenico avvolto dal buio due coppie di danzatori evocano le trappole della vita quotidiana in cui scivolano le relazioni amorose, alternando gesti meccanici e spezzati a movimenti più rotondi esinuosi. Il contrasto fra suoni ansiogeni, prodotti da voci distorte e dall’insistente ticchettio di un metronomo, e l’elegante atmosfera barocca delle musiche di Bach, Balbastre e Purcell risalta anche nei costumi, neri pantaloni lucidi e stretti abbinati a morbide camicie bianche dagli ampi jabots.
La serata si è conclusa con Tema e variazioni, un classico di George Balanchine, creato nel 1947 per il New York City Ballet, ideato dal celebre coreografo russo “per evocare quel grande periodostorico della danza classica in cui il balletto russo fioriva grazie alle musiche di Čajkovskij”. Il movimento finale della Suite n° 3 accompagna 12 variazioni. Il balletto ha inizio con una coppia principale e dodici ballerine. Nella progressiva esecuzione delle variazioni, gli assolo della ballerina e del suo cavaliere si alternano ai movimenti del corpo di ballo. Come in tutti i balletti classici, al centro della performance vi è un passo a due. Gran finale con una polonaise con i danzatori al completo.